La Medusa — Adriana Alarco de Zadra

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Mi sto dissolvendo per il terrore. L'acqua continua ad aumentare con forza incredibile. Le mie cellule divengono, ogni volta, più fini e trasparenti. Devo cercare un luogo dove rifugiarmi. I colpi infuriano e non so fino a quando potrò resistere. Mi sento così male che se qualcuno mi dicesse che sono morta, non mi sorprenderebbe.
Gli umani hanno trovato il modo di sopravvivere, hanno indumenti speciali, grotte sferiche con ossigeno e luce che filtra dalle fessure, attraverso l'acqua. Sono così creativi che hanno questa sfera d'aria sotto l'oceano da molto tempo e l'hanno popolata, a piccoli gruppi. Ora è tanta la gente che si ammassa per entrare nel recinto. Io cerco di stare lontano. Osservo attonita dal mio spazio acquatico la violenza ed energia che sviluppano fra loro: sono violenti, arroganti, smisurati. Non sono esseri superiori come quelli della mia razza.
Mi chiamano medusa!
Come se io fossi una sorta di gelatina galleggiante... questo ragionamento non è assolutamente corretto.
Sono trasparente, elastica, mi muovo nell'acqua con agilità, scelgo la forma che più mi si addice per spostarmi e quando ho appetito, mi unisco a un altro essere come me e lo assorbisco. Gli esseri umani che abitano all'interno della sfera ci hanno studiato per molto tempo e si riferiscono alle nostre abitudini come cannibalesche. Non c'è niente di più lontano dalla realtà: noi doniamo la vita ai nostri simili dentro noi stessi. In questo modo pensiamo con i loro stessi pensieri, cresciamo con i loro stessi geni e godiamo con la loro stessa felicità.
Vorrei sapere cosa mai si può desiderare di più!
Gli umani non capiscono.
Ho visto che portano mute speciali tanto dentro quanto fuori dall'acqua. Questo pianeta si sta coprendo d'acqua e col passare del tempo, la terra emersa va scomparendo; è per questo che cercano disperatamente altri luoghi per sopravvivere su navi che galleggiano, che volano o che scendono nelle profondità sottomarine.
E' così che hanno trovato il rifugio segreto in fondo al mare, la sfera nelle profondità. Non si tolgono mai completamente le loro vesti anche dentro le grotte ossigenate. E' strano.
Si muovono in forma lenta e ottusa. Non sono delicati e armoniosi come noi. Hanno sviluppato una tecnica astrusa per sorpassare gli ostacoli più semplici con la maggiore difficoltà. Vedo che i loro abiti sono soltanto sperimentali perché non sanno usarli al meglio. Io galleggio nelle acque intorno e li osservo. Mi avvicino alle pareti trasparenti che coprono il recinto e guardo qualcuno di loro togliersi le vesti e trattenersi sotto una luce così forte da farmi fuggire da quella sfera sottomarina perché produce calore, che io odio, in quanto mi deturpa il corpo.
Probabilmente vogliono immunizzarsi contro i batteri o contro le "bestiole acquatiche", come ci chiamano.
Ogni tanto mi allontano dal gruppo umano che si affolla nelle profondità e vedo le nuove persone che non riescono più a entrare nella sfera, in mezzo alle acque. C'è troppa gente là dentro. Si spingono, si arrabbiano, si calpestano. Il terrore è contagioso. Eppure sono più protetti di noi, continuamente urtati dalle correnti marine. L'abito intelligente che li copre si gonfia e li aiuta a galleggiare sull'acqua, a nuotare, a spostarsi e forse anche a volare nell'aria. Osservando i loro stivali ho notato che hanno inserito ganci per raccogliere oggetti dal suolo marino, probabilmente per analizzarli. I loro guanti analizzano anche i componenti di alghe e coralli che sfiorano.
Sono proprio impressionanti i coltelli che portano attaccati in diverse parti del corpo. Credo sia meglio tenersi a prudente distanza da quegli esseri. Possono essere aggressivi, distruttori e prepotenti. Non penso usino le loro armi soltanto per difendersi perché tagliano qualunque cosa finisca davanti ai loro occhi, gli dia fastidio oppure no.
Non sono sicura che diventeranno come noi, armonici e sensibili. Non ho quella speranza né credo siano esseri tanto superiori da poter cambiare, ma potrebbero imitare le nostre abitudini appena il loro territorio diverrà più piccolo.
Quella sfera sottomarina ha i suoi limiti e loro non potranno resistere sott'acqua senza gli abiti protettivi che li aiutano a pensare, così almeno ritengo io, visto che hanno più capacità di loro stessi. Chi li avrà inventati? Probabilmente un essere acquatico, magari una medusa delle profondità.
Vedo qualche umano che si decide a uscire dal rifugio per esplorare il nuovo territorio corallifero che hanno scoperto. Io osservo da lontano, non mi va di scappare. Sono venuta per avere il piacere di andarmene, quando ho voglia. Loro non lo possono fare. La loro terra quasi non esiste più.
L'oceano si sta impadronendo poco a poco di tutti i territori asciutti. Devono stare attenti a non esaurire ogni risorsa che possiedono perché dipendono da quelle per la sopravvivenza. Come possono raggiungere i loro obiettivi se sono così fragili e lenti? Ora li vedo muoversi verso la superficie dell'acqua.
Sono passati vicino a me, così ho scoperto che il loro abito intelligente possiede degli aghi che iniettano liquidi energetici e vitaminici se il tremito del loro corpo fa capire che sono deboli o vittime di attacchi esterni. Questo li mantiene attivi e forti.
Attraverso il liquido che mi circonda, intravedo che arrivati alla superficie prendono il volo come fanno certi uccelli marini. Stanno andando in cerca di un'altra sfera nelle profondità oppure vogliono scappare dal loro inevitabile destino?
Dentro la bolla sott'acqua incomincia il caos e la devastazione.
Lo avevo previsto, gli imitatori sono loro, dopo tutto. Gli abitanti che rimangono nella sfera non possono più muoversi comodamente per mancanza di spazio. Si urtano e si calpestano. Si strappano a vicenda le vesti di dosso con coltelli affilati. Zampilla il liquido rosso che portano dentro e si mordono con furore e rabbia. Loro vogliono sopravvivere anche con le virtù dei loro compagni della stessa razza. E così penseranno i loro stessi pensieri, cresceranno con i loro stessi geni, godranno con la loro stessa felicità. La furia degli esseri che lottano per la vita è inaudita e porta tutti sulla stessa strada. Qualcuno sparirà per alimentare gli altri.
Non c'è niente di nuovo sotto le acque. Lasciamo le novità ai più anziani che vogliono ringiovanire.


Adriana Alarco de Zadra (Perù)


(Editing di Gianluca Turconi — su gentile concessione dell’Autrice, tratto da Letture Fantastiche.com)

2 commenti:

  1. Grazie, Stefano. Un saluto a tutti i tuoi lettori e un abbraccio per te... Adriana

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  2. Un abbraccio gratissimo dal Minotauro!!!

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